Presentazione CAIL da “IlSudEst.it”
Lo scorso 19 aprile, a Roma, si è presentato alla stampa il Cail, il Coordinamento Associazioni Islamiche del Lazio, col dichiarato obbiettivo di contribuire ad una svolta nel ruolo dell’associazionismo islamico in Italia, a partire anche dal rapporto con la stampa stessa. A fine intervento infatti il Coordinatore del Cail, Francesco Tieri, ha avviato con i giornalisti in sala una riflessione sulla diffusione che ha avuto dopo l’11 settembre 2001 il pensiero sull’Islam di Oriana Fallaci (La rabbia e l’orgoglio, 2001), rispetto alle cose che parallelamente scriveva Tiziano Terzani (Lettere contro la guerra, 2002), che proprio con la Fallaci aveva innescato un confronto pubblico sul tema, a proposito della disumanizzazione e demonizzazione dei musulmani. Riflessione che il Coordinatore del Cail ha chiuso citando Oliver Roy “non è una radicalizzazione dell’islam, ma un’islamizzazione del radicalismo”.
“non siamo terroristi, e nemmeno fiancheggiatori del terrorismo, ma non siamo neanche operatori dell’anti-terrorismo” ha affermato Tieri, per completare la presentazione generale del Cail, riferendosi inequivocabilmente alle accuse che spesso vengono rivolte ai musulmani, non ultima quella di non fare mai abbastanza contro il terrorismo.
“Sembrano esserci solo due categorie di politici” afferma sempre Tieri “quelli che si dicono a favore delle moschee regolari, e poi non ce le fanno costruire, e quelli che annunciano di chiudere le moschee irregolari, e poi non lo fanno, anche perché non esiste una reale procedura da seguire”. La parte centrale dell’intervento del Coordinatore del Cail si è soffermata sul mimetismo religioso nel quale sono relegati i musulmani in Italia, e sulla difficoltà che questi hanno con le varie amministrazioni locali, per l’apertura di sale di preghiera dignitose. “La politica è scappata dalla Capitale, per cui da quando ci siamo costituiti non abbiamo su Roma un interlocutore politico, a cui faremo delle proposte subito dopo le prossime elezioni, quindi a circa un anno di distanza dalle dimissioni della precedente giunta comunale”. La richiesta annunciata è quella di trovare una soluzione al problema di avere spazi dignitosi per la preghiera, ma anche di pensare alla eventuale costruzione di nuove moschee. “Siamo centomila, ed una soluzione dobbiamo trovarla”. Ma non si è annunciata come una richiesta conflittuale, anche per le possibili soluzioni illustrate. Si è fatto particolare riferimento alla prassi avviata dal comune di Torino, che ha scelto di utilizzare la possibilità per le associazioni di promozione sociale di svolgere le proprie attività indipendentemente dalla destinazione d’uso dell’immobile nel quale queste vengono svolte. “Questa strada può essere percorsa per soddisfare svariate esigenze dei musulmani nella regione Lazio, di cui il Cail si farà portavoce, anche se la criticità maggiore di questa soluzione è quella di subordinare un diritto fondamentale ad una legge particolare, che potrebbe anche cambiare nel tempo”. Ma su Roma la richiesta si annuncia più impegnativa “pensiamo che si debba percorrere la strada di intervenire sul Piano Regolatore Generale e prevedere questo tipo di servizi urbanistici per i centomila musulmani che vivono a Roma”. Ma anche in questo caso l’intenzione manifestata non ha mostrato contenuti conflittuali, e l’augurio è stato quello di seguire, ad esempio, percorsi innovativi di urbanistica partecipata, dove “tutti gli stakeholder, compresa la cittadinanza tutta, possano affrontare la questione, senza scontri a distanza a mezzo stampa, come ci ha abituato la politica”. L’esempio citato è quello del laboratorio di urbanistica partecipata che il ricercatore italiano Giovanni Carta, dell’università di Bristol, ha tenuto a Bologna, proprio sul tema moschee.
La singolarità della conferenza stampa sono stati gli ospiti intervenuti, e cioè il Capo di Gabinetto del Prefetto di Roma, Roberto Massucci, e il Viceprefetto Aggiunto di Roma, Roberto Leone. I due, che rappresentano le autorità preposte alla pubblica sicurezza, hanno testimoniato stima e fiducia nel lavoro del Cail, ed il carattere innovativo delle relazioni avviate con le istituzioni territoriali. Il Cail ha infatti iniziato il suo percorso relazionale chiedendo, ed ottenendo, di essere ricevuto da tutte le Prefetture e tutte le Questure della regione. Sono così arrivati a presentarsi alla stampa, relativamente al tema della sicurezza, con un’immagine… blindata!
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